TOPONOMASTICA LATINENSE

Enciclopedia online delle vie e piazze della città di Latina

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Salve a tutti. Come avete letto nell’intestazione, questo sito si occupa della toponomastica della città di Latina: bisogna adesso spiegare bene di che cosa si tratta e, soprattutto, spiegare che cos’è la toponomastica. Di solito a questo punto arriva il solito buontempone (anzi, diciamolo come i nostri progenitori veneti: il solito mona….) che spara la solita battuta sul topo che mastica; e la si butta tutti in caciara. Stavolta invece tentiamo di fare le cose per bene, anche perché la battuta è vecchia e non fa più tanto ridere. La toponomàstica è una disciplina che studia come nascono e che cosa vogliono dire i nomi dei luoghi (dal greco antico tòpos, che significa “luogo”, ed ònoma, cioè “nome”). Sembra una cosa di poco conto, quasi marginale, ed in effetti spesso è con questa scarsa considerazione che la materia viene affrontata da molti. In realtà, essa non ha un ruolo così trascurabile. Questo perché: primo, ci abbiamo a che fare ogni giorno quando viaggiamo a piedi oppure in auto, quando chiediamo o diamo indicazioni ed in tante altre occasioni; secondo, perché i topònimi (che sono i nomi dei luoghi) rivelano, molto più di quanto uno immagini, informazioni sulla storia, le tendenze, i costumi di un territorio.
Ancor più rilevante, sotto questi punti di vista, è una branca della toponomastica, l’odonomàstica, su cui questo sito si concentra in modo particolare. La parola deriva, anche qui, dal greco (odòs, ossia “strada” ed ònoma, “nome”). Essa è, in pratica, la disciplina che studia la nascita e l’evoluzione delle denominazioni stradali; le quali, dunque, si chiamano tecnicamente odònimi. L’odonomastica viene spesso confusa con la toponomastica e, spesso, i due termini vengono usati come sinonimi, anche perché è innegabile che vi siano degli aspetti in cui le due materie si fondono. Del resto, ogni odònimo è anche un topònimo, visto che vie e piazze sono pur sempre dei luoghi: anche per questo in molti definiscono l'odonomastica come “toponomastica stradale”. Questo termine viene usato anche dal Comune di Latina, che nel suo sito dedicato alla viabilità dà anche una concisa definizione:
La funzione principale della toponomastica stradale comunale è quella di denominare tutte le aree di pubblica circolazione (piazze, larghi, viali, vie, giardini, ecc.) al fine di realizzare una ordinata suddivisione del territorio comunale, applicando e tutelando, nel contempo, la scienza dell'origine, dello sviluppo e dell'uso dei nomi locali.
Come vediamo, questa definizione pone l’accento più sulla valenza pratica dell’odonomastica, che su quella storica. Ed in effetti ciò succede spesso: la toponomastica è vista come la “sorella ricca”, quella che ha un rapporto diretto con la storia più gloriosa e che può risalire indietro anche di secoli; l’odonomastica, invece, serve ad organizzare e riordinare le città, per evitare che i cittadini si perdano o che non ricevano la posta, ed ha a che fare con strade che magari sono state costruite l’altro ieri e che di storico non hanno un bel niente. Invero, entrambe le discipline hanno lo stesso grado d’importanza, sia storica che pratica: detta così sembra un’ovvietà, ma ho notato – parlando con altri e sentendone le impressioni – che quest’aspetto spesso non viene colto. Eppure la valenza storica dei nomi di vie e piazze la incontriamo e la sperimentiamo spesso: a ciascuno di noi infatti è venuta, almeno una volta, la curiosità di sapere a che cosa od a chi si riferisce la denominazione di una via che in quel momento colpisce la nostra attenzione.
E qui già sento la classica obiezione: “sì, vabbè, ma che valenza storica possono avé le strade di Latina? La città è nata praticamente ieri, a confronto delle altre è una neonata, che storia puoi trovarci?”. Molta più di quanto uno crede, ed in tutte e due le accezioni con cui gli studiosi hanno definito il termine “storia”, cioè indagine sulle origini di qualcosa e descrizione dei cambiamenti di qualcosa. Sotto il primo aspetto, bisogna dire che molti odonimi di Latina derivano da nomi di canali, di selve, di pantani ed acquitrini le cui origini, il più delle volte, sono oscure. Le Paludi Pontine non erano come Roma o Venezia, sulla cui storia (e sulla cui toponomastica) si è scritto e si scrive tantissimo: nelle Paludi c’era al massimo qualche sezzese analfabeta che scendeva dal monte per pescare o per tagliare un po’ di legna; e che dava nomi alla sua lestra ed al pantano lì accanto secondo sue insindacabili propensioni. Come è nato quel nome, e perché ha resistito nel tempo ed è giunto fino a noi? Boh. A volte si sa, altre volte si può intuire, altre ancora manco quello. Quanto al secondo aspetto, la descrizione dei mutamenti, anche lì c’è da dire un bel po’. Va considerato, infatti, che Latina è nata in un contesto storico che nel giro di pochi anni dalla fondazione della città, nel 1932, è radicalmente cambiato attraversando anche frangenti tragici e trasformandosi in un contesto storico del tutto differente: e la toponomastica è cambiata anch’essa, seguendo la storia. E di cambiamenti toponomastici ce ne sono stati anche dopo, più o meno comprensibili e con risultati variegati.
È, insomma, una storia ricca, anche di tante piccole cose che spesso passano inosservate. È una storia di vie e piazze dove passiamo ogni giorno e che nemmeno sapevamo avessero un nome, perché magari non c’è un cartello che lo riporta: quanti sanno, ad esempio, che la piazza al centro del Parco Falcone e Borsellino (già Arnaldo Mussolini) è dedicata all’architetto Frezzotti; o che i giardini di Viale Italia si chiamano Parco Valentino Orsolini Cencelli? È una storia di polemiche politiche e non, come per il Parco Arnaldo Mussolini; spesso anche immotivate od esagerate, come per Largo Ardigò Finestra o per la Rotatoria Alessandro Mammucari. È una storia di errori, nomi sbagliati, deliberazioni poco attente e denominazioni inspiegabili: si vedano, ad esempio, Strada Luigi Questa (che, chissà come, è diventata “Quesada”), le due Via Gallura, Via del Rododentro (sì, con la T) e tanti altri casi. È una storia di persone illustri note a tutti ed altre sconosciute ai più, ma comunque importanti per la storia latinense. È una storia di scelte felici e meno felici, di ripensamenti (vedi ad esempio le intitolazioni ad Antonio Nalin e Roberto Fratini), di proposte mai attuate e di scelte inaspettate (chi penserebbe che a Latina, civitas Littoria, c’è un’enorme piazza dedicata ad Enrico Berlinguer?).
Ebbene, questo sito si propone di raccoglierle tutte, intitolazione per intitolazione; ed il termine “enciclopedia” usato nel sottotitolo non vuole essere altezzoso o presuntuoso, ma solo richiamare la struttura del sito, che riporta vie e piazze suddivise in voci ed in ordine alfabetico. Ovviamente non è un’opera perfetta, c’è tanto da migliorare e tanto altro da aggiungere; anche col contributo e coll’aiuto dei lettori di queste pagine web (speriamo che siano almeno 26, così supero Manzoni….). Più che la perfezione o la completezza, l’obiettivo di questo sito è quello di riordinare, di mettere a sistema un ambito che, anche per l’approssimazione con cui è stato spesso affrontato, si presenta disordinato e spesso incoerente.

 

 

 

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ULTIMI AGGIORNAMENTI

18 FEBBRAIO 2024: sono state inserite le nuove intitolazioni riguardanti i plessi scolastici dell'I.C. Emma Castelnuovo, di cui alla delibera di Giunta n. 34 del 2024.

18 DICEMBRE 2023: è stata inserita la nuova denominazione di un tratto di Via del Lido (Viale Antonio Pennacchi).

25 FEBBRAIO 2023: sono state aggiunte le nuove denominazioni assegnate con delibera del Commissario Straordinario n. 43 del 2023.

2 FEBBRAIO 2022: sono state inserite precisazioni inerenti ad alcuni toponimi di Borgo Piave e Borgo Sabotino, successivamente mutati (Via Corradini, Via Nasi, Via Savoia). È stato inserito nella sezione dedicata agli errori della toponomastica il caso di Via Pascal.