TOPONOMASTICA LATINENSE

Enciclopedia online delle vie e piazze della città di Latina

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FASI STORICHE DELL’ODONOMASTICA ITALIANA
Il linguista Sergio Raffaelli (1934-2010), nei suoi studî sull’odonomastica, tra le altre cose ha compiuto una disamina dell’evoluzione storica di questo settore in Italia. In particolare, egli ha analizzato la storia dell’odonomastica italiana, scandendo 5 fasi a partire dall’unificazione. In breve:
-la I fase è quella del Risorgimento, caratterizzata dalla celebrazione dell’epopea unitaria. Molte denominazioni d’antica origine tradizionale vengono sacrificati e sostituiti da odonimi celebrativi dei personaggî del Risorgimento, delle battaglie e degli accadimenti salienti di quel periodo, dei principî ispiratori dell’Italia Unita (ad es. le varie Piazza Indipendenza, Via Unità d’Italia e Via Nazionale che si trovano sparse in tutta la Penisola). Sempre nell’intento di celebrare la neonata Nazione, le denominazioni stradali iniziano anche a ricordare le glorie artistiche e culturali italiane, dal Medioevo in poi; nonché le varie città e regioni d'Italia.
- la II fase è quella della I Guerra Mondiale, in cui ovviamente si celebrano fatti d’arme, date e personaggî del conflitto: tali odonimi ebbero grande diffusione soprattutto a Trieste e nei territorî del Trentino, appena liberati dal giogo degli austroungarici. In questa fase gli odonimi iniziano a ricordare anche i protagonisti dell’epopea coloniale appena iniziata.
-la III fase è rappresentata dal Ventennio fascista. La dittatura s’appropria dei temi monarchici, interventisti ed irredentisti delle fasi precedenti; e nel contempo inizia a celebrare il nuovo ordine nazionale, i suoi personaggî ed i suoi valori. Talvolta si raggiungono vette estreme, come Via Libro e Moschetto a Roma, oggi Via Piero Gobetti, ch’era dedicata al noto motto degli scolari fascisti (a titolo di curiosità, per una rapida scorsa dell’odonomastica fascista di Roma segnalo questo link, che fornisce anche i collegamenti alle delibere comunali). In questa fase, lo stesso Mussolini impone decisioni dall’alto, anche se sporadicamente: l’esempio più noto è il telegramma con cui egli impose ad ogni città, a partire dal 28.X.1931, d'avere “una via non secondaria col nome di Roma” (quest’odonimo in effetti è presente in 7.860 comuni su 8mila e rotti). L'impronta nazionalistica dell'odonomastica fascista comportò anche la soppressione degli odonimi dialettali e stranieri: è esemplare a questo proposito il caso del Trentino, dove il prefetto Giuseppe Guadagnini nel 1922 prescrisse che le vie e le piazze avessero nomi esclusivamente italiani.
-la IV fase è detta dal Raffaelli “fase delle due Italie”, ed è compresa tra la caduta del regime (25 luglio 1943) e la Liberazione (aprile 1945). Nell’Italia liberata, gli odonimi d'ispirazione fascista furono epurati, partendo spesso dalla spinta spontanea dei cittadini. Nella scelta dei nuovi nomi si seguì il più delle volte una sorta di legge del contrappasso, che sostituì agli odonimi fascisti delle denominazioni di segno ideologico opposto: ad esempio a Roma Piazza Costanzo Ciano diventò Piazza Giacomo Matteotti (oggi è Piazza di Monte Citorio), e sempre a Matteotti venne dedicata Piazza del Littorio a Trento (ma oggi si chiama Piazza Venezia). Nei territorî della Repubblica Sociale Italiana invece, vennero cancellati tutti gli odonimi riguardanti i traditori Savoia: a Milano, ad esempio, Viale Regina Elena divenne Viale Tunisia.
-la V fase è quella dell'Italia democratica, iniziata però con discordanze e piccole tensioni: un esempio sono gli odonimi monarchici, a volte epurati, altre privati del titolo (da Corso Re Umberto a Corso Umberto, a Roma), altre ancora mantenuti. Questa fase è proseguita poi, a partire dagli anni ‘50, espandendo gli ambiti ed i contesti da cui desumere gli odonimi (dalle piante agli animali, dallo spettacolo allo sport….).