TOPONOMASTICA LATINENSE

Enciclopedia online delle vie e piazze della città di Latina

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La delibera di Giunta 2308 del 21 dicembre 1996, oltre a provvedere all’intitolazione di una sessantina di aree di circolazione, istituì anche i sedici quartieri in cui è suddiviso il territorio della città di Latina. La delibera li definisce tutti, indistintamente, “quartieri”, ma affianca ai toponimi anche una sigla composta da una lettera ed un numero. Le lettere utilizzate sono solo tre - la R, la L e la Q - ed hanno un significato ben preciso: la R sta per “rione” ed indica le zone più centrali di Latina; la L sta per “lottizzazione” e, come vedremo, ce n’è solo una nella zona sud; la Q indica invece i veri e proprî “quartieri”, che individuano le zone d’espansione della città. Proprio perché non si tratta di lettere messe a caso, nel sito le ripartizioni toponomastiche non vengono indicate come “quartiere” – come pure fa la delibera che le istituisce – ma viene utilizzato di volta in volta il termine sottinteso dalla sigla.
Dopo questa specificazione di carattere tecnico, passiamo a trattare le suddivisioni toponomastiche di Latina più nello specifico. La città si presenta suddivisa in dieci Rioni, una Lottizzazione e cinque Quartieri. Queste partizioni toponomastiche furono ideate dal sindaco Ajmone Finestra, che voleva forse ricalcare la suddivisione toponomastica di Roma (Rioni, Quartieri, Suburbî, Zone: questo sito ne offre un quadro accurato ed impeccabile). Tuttavia, a differenza della Capitale, Latina non ha mai veramente preso sul serio questa iniziativa e, salvo rare eccezioni, i nomi sono usati raramente; anzi, qualcuno nemmeno sa della loro esistenza. A dire il vero, all'epoca, questo processo di ripartizione toponomastica ebbe larga eco, tanto che fu indetto pure un referendum per decidere i nomi delle varie suddivisioni. Furono anche avanzate varie proposte per dare delle solide basi a quest’iniziativa (alcune anche stravaganti, come la proposta di chi voleva dipingere i lampioni di colori diversi a seconda del quartiere in cui si trovavano). C’è però da dire che tali suddivisioni sono riportate su molte carte stradali della città, anche se non sono sempre chiari i confini dei varî quartieri. Si possono invero trovare, sul Sistema Informativo Territoriale del Comune, alcune mappe, basate su piani regolatori e PPE, che riportano anche dei confini: in molti casi però vi sono delle discrepanze, alcune zone sembrano ricadere in più rioni contemporaneamente, altre sono lasciate fuori.
Va detto infine che tale frazionamento, se contraddistingue la città, non riguarda invece le campagne: qui gli unici punti di riferimento sono gli undici Borghi e qualche frazione o località più nota delle altre, ma non esistono delle suddivisioni corrispondenti alle Zone che si trovano nelle campagne del Comune di Roma.
Qui di seguito, saranno esaminate le suddivisioni cittadine, con riguardo non solo alla toponomastica, ma anche alla conformazione ed alle caratteristiche da cui esse sono contraddistinte.

 

 
I RIONI
 
I Rioni della città di Latina, che corrispondono più o meno al centro cittadino di più antica costruzione, sono dieci.
Il Rione Littoria, codificato come R0, corrisponde al centro storico di Latina. Proprio per questo motivo, riprende il nome originario della città: esso deriva dal fascio littorio, simbolo del regime fascista che governò l'Italia nel periodo in cui Latina venne costruita. Il nome venne proposto dal professor Pier Luigi Cervellati, il famoso urbanista che stava elaborando il nuovo piano regolatore, che la reputava la scelta più adatta “come fatto storico, culturale ed urbanistico, da lasciare alla memoria”. A questa scelta seguirono numerose polemiche, riprese anche da quotidiani nazionali (vedi ad esempio qui), che furono in fretta placate dal sindaco Finestra, ovviamente favorevole al toponimo. Egli, con lo spirito che gli era consueto, notò che da sempre i coloni dell'Agro, dovendosi recare in centro, dicevano “'ndémo a Litòria”: sembrava perciò inopportuno cambiare le carte in tavola ai vecchî e prodi pionieri. Nel Rione Littoria fanno bella mostra di sé gli edificî storici della città, dal Comune a Palazzo M, dalla Prefettura alla chiesa di San Marco. Dal punto di vista della toponomastica, non c'è un contesto univoco: è un fenomeno, questo, comune alla maggior parte dei centri storici. Ai toponimi evocativi che contraddistinguono le due piazze più importanti (Popolo, Libertà) s'accompagnano nomi di statisti, patrioti e generali del Risorgimento; qualche toponimo che riguarda la Resistenza; nomi di città e battaglie famose; senza tralasciare le denominazioni locali (Quadrato, San Benedetto, San Marco) e le date importanti (XXI Aprile, XVIII Dicembre, XXIV Maggio). A partire dagli anni '90, poi, s'è andata ingrossando la fetta di toponimi relativi a personaggî benemeriti della Bonifica, su iniziativa soprattutto del sindaco Finestra. Non bisogna dimenticare, infine, la particolarità del Parco Falcone e Borsellino (già Arnaldo Mussolini), i cui viali interni, in armonia con le vie dei dintorni (Nizza, Spalato, Malta), sono stati dedicati nel 1996 alle terre irredente. Anche questa scelta, immancabilmente, destò polemiche da parte dell’opposizione di allora, secondo la quale il sindaco aveva così trasformato il parco in una “succursale della Jugoslavia”.
 
Il Rione Frezzotti, codificato come R1, è dedicato all'architetto Oriolo Frezzotti (1888-1965), che nel 1932 concepì il primo piano regolatore di Littoria e che progettò monumenti e costruzioni in diverse città dell'Agro Pontino. Esso si trova a nord-est del centro ed ospita il Tribunale, la Facoltà d'Ingegneria, la Facoltà d'Economia ed il Conservatorio Ottorino Respighi: quest'ultimi due, in passato, costituivano la gran parte del Campo Profughi Roberto Rossi Longhi; che, nato per ospitare i profughi giuliano-dalmati, finì poi per accogliere anche rifugiati dell'est Europa, della guerra in Corea e del Vietnam. La parte nord del Rione è anche nota come Villaggio Trieste, proprio per la presenza dei profughi giuliano-dalmati, cui erano state assegnate le casette che connotavano la zona (oggi demolite). Dal punto di vista toponomastico, il gruppo di vie che riguarda giuristi dell'antica Roma (Triboniano, Ulpiano) nella zona che circonda il Tribunale si fonde poco oltre coi toponimi relativi ad autori romani (Cicerone, Terenzio, Plauto) ed italiani (Ludovico Ariosto, Francesco Petrarca, Vincenzo Monti). La parte del Rione Frezzotti intorno a Via Ezio è chiamata anche Ottantadue, poiché negli edificî a ferro di cavallo situati lungo la via ha avuto sede, fino al secondo Dopoguerra, l’82° Reggimento Fanteria “Torino”. La zona a sud, al confine col Rione Littoria, è invece chiamata Distretto, per la presenza, un tempo, del Distretto Militare, nell’edificio che oggi ospita la Facoltà d’Ingegneria.
 
Il Rione Piccarello, codificato come R2, riprende il nome di un importante canale di bonifica, il Fosso Piccarello appunto, che nasce dal Canale delle Acque Medie e prosegue scorrendo nella zona. Il secondo rione di Latina si trova ad est del Rione Frezzotti, e gravita attorno alla grande Piazza Aldo Moro. Il Rione, un tempo noto come Quartiere Latina Beton, dal nome dell'impresa edile che edificò la più parte dei palazzi, ospita soprattutto costruzioni residenziali; ma punti degni di nota sono il convento delle clarisse, attiguo alla vecchia chiesa di Santa Chiara, e le due grandi discoteche della città, il Felix ed il 24, nonché il vasto impianto sportivo del CONI. Fatta eccezione per la piccola zona dedicata ad autori italiani, al confine col Rione Frezzotti, la toponomastica appare monopolizzata da un unico contesto, quello delle antiche popolazioni italiche (Aurunci, Etruschi, Volsci): nient'altro che eccezioni sono la piazza principale, dedicata ad Aldo Moro, e Via San Francesco d'Assisi, che collega il Rione a Latina Scalo. Nei pressi del CONI vi sono però alcune vie dedicate a musicisti (Antonio Vivaldi, Vincenzo Bellini, Pietro Mascagni). Il Rione Piccarello è stato oggetto, a partire dal 2007 circa, di una discreta espansione nella zona dove si trovava il fatiscente condominio noto come Villa Flora. Le strade di questa nuova espansione hanno ricevuto una denominazione solo a partire dal 2016, quando sono andate a costituire la grande piazza intitolata ad Ilaria Alpi.
 
Il Rione Prampolini, codificato come R3, ricorda Natale Prampolini (1876-1959), l'ingegnere che fu uno dei principali fautori della Bonifica Pontina. Esso corrisponde alla parte sita a sud del centro storico e copre una vasta area. Il Rione ospita lo Stadio Domenico Francioni, la Clinica San Marco, l'Ospedale Santa Maria Goretti. I gruppi toponomastici sono diversi e vanno dalle battaglie del Risorgimento (Aspromonte, Teano, Calatafimi, Quarto) ai personaggî meritorî della Bonifica (Giovanni Cena, Gaetano Rappini), alle antiche città dell'Agro Pontino (Polusca, Feronia, Albiola), passando per gli artisti italiani (Tiziano, Giotto). Nel Rione Prampolini trova spazio anche il Parco San Marco, uno dei polmoni verdi della città.
 
Il Rione Goretti, codificato come R4, deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria Goretti, una delle più importanti di Latina, dedicata alla compatrona della città. Il Rione occupa un'area non molto estesa, situata a nord-ovest del centro storico, e vede presenti, oltre alla suddetta chiesa ed al campo da calcio Ivano Ceccarelli (che ospita la Samagor, la squadra di calcio della zona), per la maggior parte edificî residenziali. La sua parte sud è anche conosciuta come Quartiere Nicolosi, in onore di Giuseppe Nicolosi, l'architetto che la progettò: la zona, che gravita attorno a Viale Emanuele Filiberto, ospita le prime case popolari di Latina, intervallate con viali pedonali, piazze e giardini. Il contesto toponomastico è pressoché univoco, relativo alla I Guerra Mondiale, ai suoi combattenti ed alle sue battaglie (Pasubio, Montesanto, Tagliamento). Tuttavia, le due principali vie del Rione vanno in altre direzioni: una è dedicata al Duca d'Aosta Emanuele Filiberto di Savoia, l'altra invece ricorda il malariologo Giovanni Battista Grassi (ed invero, un altro malariologo è ricordato dalla vicina Via Ettore Marchiafava).
 
Il Rione Torre La Felce, codificato come R5, riprende il nome di un'antica costruzione presente nella zona, ancora prima della bonifica. Esso si trova nella parte nord-ovest della città e si sviluppa su Via Piave e su Via Saturnino Piattella. È un Rione a vocazione pressoché esclusivamente industriale e commerciale: ospita infatti alcuni grandi siti manifatturieri, anche dismessi (ad esempio la SVAR), e sempre nel Rione si trova il Centro Artigianale Arco. Altri luoghi rilevanti del Rione sono le nuove autolinee e l'Istituto Tecnico Guglielmo Marconi. Dal punto di vista toponomastico, le strade sono quasi tutte dedicate ai fiumi italiani (Po, Adige, Scrivia, Belice): caso particolare è Via Piave, che non ricorda il fiume veneto, bensì l'omonimo Borgo a cui conduce. Eccezioni, che riguardano le principali direttrici del Rione, sono anche Via Saturnino Piattella, che ricorda un industriale locale, e Via Amerigo Vespucci, dedicata al noto esploratore.
 
Il Rione Isonzo, codificato come R6, prende nome dalla strada su cui sorge, appunto Via Isonzo: anche qui, come nel caso di Via Piave, il toponimo si riferisce al Borgo cui la via porta. Il Rione si trova a sud del centro storico ed ospita soprattutto edificî residenziali (ad esempio gli altissimi Palazzi Barletta, che devono il nome al costruttore) e scuole (l'Istituto Professionale Luigi Einaudi, il Liceo Scientifico Ettore Majorana, la Scuola Media Giuseppe Giuliano). L'edificio più rilevante è la sede vescovile, in Piazza Paolo VI, con annessa chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù: per questo spesso il rione viene chiamato anche Sacro Cuore. Il Rione Isonzo, inoltre, accoglie anche la sede centrale del corpo dei Vigili Urbani di Latina, il centro di smistamento postale ed il grande Piazzale della Fiera: quest'ultimo è un esteso parcheggio che, periodicamente, ospita mercati, fiere ed eventi d'ogni tipo. Il contesto toponomastico è bipartito. Nella parte ad est di Via Isonzo, la toponomastica riguarda esclusivamente i comuni della Provincia di Latina (Pontinia, Terracina, Aprilia, Priverno), con le eccezioni di Via Don Luigi Sturzo, Via San Tommaso d'Aquino, Piazza Paolo VI e Via Bortolo Terzariol. La parte ad ovest di Via Isonzo vede ricordati alcuni grandi scrittori e letterati italiani (Aldo Manuzio, Carlo Goldoni, Cesare Pascarella, Giovanni Boccaccio).
 
Il Rione Campo Boario, codificato come R7, deve il suo nome al fatto che, fino agli anni '50, funzionarono in zona una fiera agricola ed un mercato bovino, con annessi servizî specifici dedicati all'allevamento. Il Rione è situato a nord della città, tra il Rione Goretti ed il Canale delle Acque Medie; si sviluppa attorno a Piazza Enrico Berlinguer ed è noto per essere stato uno dei quartieri più malfamati di Latina (il che gli valse, nel tempo, i nomignoli di Bronx, Zingaropoli e Shangai): oggi, con la costruzione di nuovi palazzi e l'apertura di molte attività commerciali, le sorti del Rione Campo Boario si sono risollevate. Il Rione fu detto anche Quartiere dei Ventosari, per il fatto che negli anni '50 vi trovarono residenza molte persone originarie di Ventosa, frazione del comune di SS. Cosma e Damiano oggi quasi spopolata. Nel Rione Campo Boario si trova la Caserma dei Vigili del Fuoco, intitolata al pompiere Giuliano Carturan. La toponomastica riguarda per la maggior parte personaggî e condottieri della storia romana (Giulio Cesare, Coriolano, Muzio Scevola, Tacito); cui si affianca il gruppo di città e personaggî del Risorgimento (Giuseppe Sirtori, Milazzo, Marsala). Sono ricordati da vie e piazze di una certa importanza anche il già nominato Giuliano Carturan ed uno dei santi più emblematici dell'area pontina, San Carlo da Sezze. Una zona di recente edificazione sita su Via Pionieri della Bonifica ricorda appunto, nei suoi toponimi, alcuni personaggî relativi alla Bonifica Pontina (Ottorino Perazzotti, Enrico Nasi, Sante Palumbo, Gelasio Caetani). La zona al confine col Rione Frezzotti è chiamata anche Pontesilli, dal nome dello storico bar aperto nel 1957 da Domenico Giacomini (1937-2017), utilizzando il cognome della moglie. Nota di colore: i forestieri sono ostinatamente convinti che Pontesilli sia il nome del ponte sul Canale delle Acque Medie che si trova a poca distanza dal bar. Va segnalato che, dapprima le varie lottizzazioni abusive, e le nuove costruzioni oggi, hanno creato alcune strade che, attualmente, sono ancora prive di nome: un esempio è fornito dalle molte traverse di Via San Carlo da Sezze, o da alcune laterali di Via Giuseppe Sirtori.
 
I Rioni 8 e 9 se l’è mangiati il gatto. Invero, per qualche oscuro motivo, a questo punto la numerazione salta e rioni codificati con questi numeri non esistono.
 
Il Rione Gionchetto, codificato come R10, deve il suo nome ad un piccolo canale di bonifica, affluente del Fosso del Gionco, che attraversava la zona e che oggi è in molti tratti interrato. Il Rione sorge a nord della città, oltre il Canale delle Acque Medie, ad ovest di Strada Epitaffio. Come il Rione Campo Boario, anche questo è stato caratterizzato da abitazioni sorte spontaneamente e dall'abusivismo edilizio. È una zona prettamente residenziale, con qualche divagazione sull'industriale lungo Strada Epitaffio, e non ospita edificî di grande rilevanza. La toponomastica vede come protagoniste le montagne italiane, ricordate da tutte le strade del Rione (Monte Bianco, Gran Sasso d'Italia, Monte Terminillo).
 
Il Rione Pantanaccio, codificato come R11, prende nome dalla strada che lo attraversa, Strada Pantanaccio. Esso si trova a nord di Latina, oltre il Canale delle Acque Medie, ad est di Strada Epitaffio. Come i due Rioni precedenti, anche questo ha goduto e gode ancora, talvolta, di cattiva fama; ed ha condiviso col Rione Campo Boario il soprannome spregiativo di Zingaropoli. Tuttavia, a partire dal 2014, sono iniziati dei lavori di riqualificazione, concentrati soprattutto nella zona tra Strada Pantanaccio ed il Canale delle Acque Medie (chiamata informalmente Quartiere Porta Nord): questi lavori dovrebbero condurre, in futuro, alla realizzazione di un parco in prossimità di Via Selene, di numerosi edificî residenziali, di un nuovo palazzetto dello sport. Il Rione Pantanaccio non ospita edificî di grande rilevanza, se si eccettua il sito industriale oggi dismesso della Kurly Kate. La toponomastica ricorda esclusivamente pianeti e corpi celesti (Mercurio, Asteroidi, Sirio, Orione).
 
LE LOTTIZZAZIONI
 
Dopo i Rioni, è d'uopo soffermarsi sull'unica Lottizzazione presente, l'unica almeno che ha guadagnato un posto nelle suddivisioni toponomastiche latinensi.
La Lottizzazione Agora deve il proprio nome alla via su cui s'è sviluppata, una delle più importanti di Latina: Via dell'Agora. Si trova a sud del centro, tra il Quartiere Italia ed il Rione Isonzo. È uno dei quartieri eleganti di Latina e si connota per la presenza di grandi ville e giardini rigogliosi: non ospita, per il resto, edificî di grande importanza. Nel parlare comune, è spesso definita anche coi nomi di Quartiere Santa Domitilla, dal nome della chiesa, che sorge quasi al confine col Quartiere Persicara; e di Quartiere Cucchiarelli, dal nome dell'imprenditore edile che per primo edificò la zona. La toponomastica ricorda quasi esclusivamente regioni e zone d'Italia (Toscana, Lazio, Emilia, Salento), ma vi sono anche due intitolazioni a ricordo di combattenti della II Guerra Mondiale: Via Luciano Bonanni e Via Giorgio Cocchi.
 
I QUARTIERI
 
I Quartieri sono cinque e corrispondono alla parte di sviluppo più recente della città. Si concentrano tutti nella zona sud-ovest.
Il Quartiere Italia, codificato come Q1, trae il nome dal fatto che le prime sue vie furono intitolate a città italiane. Esso è situato tra il Rione Prampolini, il Rione Isonzo e la Lottizzazione Agora, ed è perlopiù un quartiere residenziale: al suo interno si trovano grandi centri commerciali, tra cui il Centro Morbella, ma nessun altro edificio di particolare importanza. Una parte del Quartiere, che ospita numerosi alloggî popolari, è chiamata anche Quartiere Gescal, dal nome dell'ente che le costruì (Gestione Case Lavoratori). Il Quartiere è chiamato anche Quartiere Santa Rita, dal nome della chiesa principale. La toponomastica è eterogenea: si parte dal gruppo delle antiche città del Lazio (Cerveteri, Tarquinia) per poi trovare intitolazioni a ricordo delle vittime del terrorismo (Guido Rossa, Vittorio Bachelet), per finire quindi, come già accennato, con le città italiane (Milano, Torino, Fiuggi). Sono ricordati, in modo sparso, anche personaggî della Bonifica (Nerio Burchi, Nallo Mazzocchi Alemanni).
 
Il Quartiere Europa, codificato come Q2, deve il suo nome al fatto che la quasi totalità delle sue vie ricorda nazioni o città europee: esso è uno dei quartieri più estesi e si trova a sud-ovest del centro. Ospita perlopiù costruzioni a carattere residenziale, a cui s'aggiungono grandi centri commerciali, il cimitero comunale e la zona del Centro Direzionale: quest'ultima doveva rappresentare, nelle intenzioni originarie, il cuore pulsante commerciale ed amministrativo della città, anche se tale aspettativa non s'è mai realizzata appieno. Nel Centro Direzionale si trovano gli ufficî del Ministero del Tesoro, il Palazzo di Vetro, la Cittadella Giudiziaria (non ancora terminata), nonché uno degli edificî più alti d'Italia: la Torre Pontina. La parte nord-est del Quartiere è detta anche Quartiere Asves, dal nome della cooperativa edile che lo costruì. La parte sud invece è detta Lottizzazione Covelli, dal cognome del costruttore che edificò le prime villette. La toponomastica, come accennato, riguarda per la maggior parte nazioni (Germania, Francia, Polonia, Gran Bretagna) e città europee (Bruxelles, Varsavia, Londra, Mosca). Vi sono però alcune eccezioni, in special modo per quanto riguarda le direttrici principali, che ricordano il Presidente USA John Fitzgerald Kennedy, gli architetti Le Corbusier e Pier Luigi Nervi ed i bonificatori Aldo Zanetti ed Ubaldo Zani. Sono ricordati anche dei fiumi (Bradano, Liri, Sele, Brenta), residuo di quando la zona ancora non era divenuta oggetto di espansione e la toponomastica rifletteva quella del vicino Rione Torre La Felce. Va segnalato che la zona del Centro Direzionale presenta numerose aree prive di toponimo: si tratta di parcheggî o strade interne, la cui conformazione è talvolta molto ramificata, con grande disorientamento di chi non conosce la zona.
 
Il Quartiere Persicara, codificato come Q3, prende nome da una delle strade che lo attraversava: oggi infatti Via Persicara ricade tutta entro il Rione Torre La Felce per un tratto ed entro il Quartiere Europa per un altro; mentre il tratto che si trova nel Quartiere Persicara ha assunto i nomi di Via Francisco Goya e Via Silvestro Lega. Si tratta di un piccolo quartiere residenziale, a ridosso della S.R. 148 Pontina, caratterizzato da ville, piccole palazzine ed ampî spazî verdi. Eccezion fatta per l'Hotel Garden, non vi si trovano edificî rilevanti. L’unico gruppo toponomastico che vi si trova è quello degli artisti dell'800 e del '900 (Pablo Picasso, Francisco Goya, Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani), con una particolare attenzione a quelli che raffigurarono le Paludi Pontine o la Bonifica (Duilio Cambellotti, Silvestro Lega, Giuseppe Raggio, Enrique Serra).
 
Il Quartiere Nuova Latina, codificato come Q4, si chiama così poiché costituisce la prima espansione di Latina oltre quello che, fino agli anni '70 – '80, era considerato un po' il confine della città: la Mediana (oggi ricompresa nella S.R. 148 Pontina). Il Quartiere ha una fortissima connotazione residenziale, con poche attività commerciali limitate in gran parte al Centro Commerciale Lestrella. Non vi sono eccezionali punti d'interesse, a parte la monumentale e travagliata fontana sulla rotonda che divide Quartiere Nuova Latina e Quartiere Nascosa; ed un monumento, al centro di un'altra rotonda, che ricorda i campionati mondiali di tiro con l'arco che si svolsero nel quartiere nel 2010. Un punto di forza di questo Quartiere è la presenza di numerosi giardini (il cui insieme forma la cosiddetta “Oasi Verde”): essi sono collegati da una ramificata ed estesa pista ciclabile, che permette anche di raggiungere il Lido di Latina. La toponomastica è monotematica: a parte qualche eccezione per quanto concerne alcune aree verdi, strade e piazze ricordano esclusivamente i musicisti italiani (Nicolò Paganini, Giangiacomo Carissimi, Giovanni Paisiello, Antonio Salieri).
 
Il Quartiere Nascosa, codificato come Q5, deve il proprio nome al fatto che s'è sviluppato a nord di Strada Nascosa. Come il Quartiere Nuova Latina, anche questo sorge oltre la S.R. 148 Pontina ed ospita quasi esclusivamente edificî residenziali; entrambi i Quartieri, poi, si strutturano su viali semicircolari e presentano numerose aree verdi. Il Quartiere Nascosa non presenta edificî di pregio o di rilievo. Anche la toponomastica si rifà a quella del Quartiere Nuova Latina: ogni strada ed ogni piazza ricorda anche qui i musicisti italiani (Giovanni Pierluigi da Palestrina, Girolamo Frescobaldi, Alessandro Scarlatti, Ottorino Respighi).
 
IL LIDO DI LATINA
 
Non possono definirsi frazioni i due quartieri che compongono il Lido di Latina, visto che hanno conosciuto negli ultimi anni un periodo di grande sviluppo, non solo territoriale. Meritano quindi di essere menzionati a parte.
Il Quartiere Foce Verde si trova a sud di Borgo Sabotino, compreso tra la foce del Canale delle Acque Alte (la quale dà il nome alla zona: il colore verde è causato dal gran numero di alghe che la connota) e Strada Casilina Sud. È un quartiere dedicato al turismo marittimo ed è veramente attivo solo d'estate, quando le case vengono abitate ed i numerosi stabilimenti balneari iniziano a funzionare. Tuttavia, i molti buoni locali e ristoranti funzionano spesso e volentieri anche in periodo invernale. Punti rilevanti, oltre al mare, sono la bella Piazza dei Navigatori e l'oasi naturalistica “Rewetland” (costruita nel 2014 ed inspiegabilmente abbandonata subito dopo). Nella parte nord si trova un grande consorzio, il Villaggio Giornalisti, costruito negli anni '60 proprio su iniziativa di alcuni giornalisti. La toponomastica riguarda per la maggior parte le isole italiane (Montecristo, Isola Bella, Panarea, Santo Stefano). Sono anche ricordati alcuni personaggî rilevanti nella storia del quartiere: è il caso dei Fratelli Dal Chiele, pionieri a cui è dedicato un grande piazzale, o di Giuseppe Massaro, giornalista e storico dedicatario di una delle vie principali.
 
Il Quartiere Capoportiere deve il proprio nome all'impianto idrovoro che si trova al suo ingresso, che a sua volta riflette il toponimo del luogo. Si sviluppa ad est di Strada Casilina Sud e condivide le proprie caratteristiche di quartiere prettamente turistico con Foce Verde. A Capoportiere si trovano la chiesa Stella Maris, di recente costruzione; lo storico impianto idrovoro, sito in corrispondenza del Canale della Lanterna; ed il Pontile Gaetano Loffredo, una vera e propria terrazza sul mare. La toponomastica ricorda più che altro le isole italiane (Ponza, Ventotene, Elba, Asinara), ma trovano spazio anche i bonificatori, come ad esempio Domenico Andriollo.
 
I BORGHI
 
Le campagne dell'Agro Pontino sono costellate dai Borghi (undici dei quali si trovano nel Comune di Latina), nati come piccoli centri contadini e poi sviluppatisi nel tempo. Quasi tutti portano il nome di luoghi e battaglie della I Guerra Mondiale, scelti tra il 1933 ed il 1935 dal primo podestà Valentino Orsolini Cencelli, per onorare i moltissimi pionieri che avevano combattuto. Molti Borghi presenti nel Comune di Latina sono stati protagonisti d'una vera e propria rivoluzione toponomastica negli anni '90, mirata a rendere più “civili” (secondo il discutibilissimo parere del Comune) i nomi delle strade.
Borgo Montello prende il nome da un colle, situato in Provincia di Treviso, dove l’esercito italiano resisté eroicamente all’attacco delle truppe austriache, il 15 giugno 1918. Esso è stato costruito a ridosso dell'antico abitato di Conca (il cui nome derivava dalla conformazione del luogo) ed è forse il Borgo più lontano dalla città, tant'è che è dotato anche di un cimitero autonomo. La toponomastica era incentrata principalmente sui luoghi di scontro della I Guerra Mondiale (Carnia, Marna, Caporetto), ma oggi i nomi delle strade ricordano più che altro le antiche città del Lazio (Minturnae, Corioli, Ficana, Suessa Pometia), con qualche deviazione verso personaggî religiosi di spicco (San Lidano d'Antena, Monsignor Cesare Boschin). Unitamente a Borgo Montello è bene trattare anche della vicinissima Le Ferriere, località sviluppatasi attorno ad un'industria metallurgica (da cui il nome), dove si trovano la Casa del Martirio di Santa Maria Goretti e le rovine dell'antica Satricum. La toponomastica di Le Ferriere non è molto sviluppata, essendo la frazione sostanzialmente un incrocio: gli unici toponimi dunque riguardano le vie principali (Nettunese, Campomorto, Ferriere, Cavaliere) ed il piazzale antistante la Casa del Martirio, dedicato a Giovanni Paolo II. Va segnalato che è ormai diffusa la moda di chiamare questa località Borgo Le Ferriere: è una denominazione del tutto errata, in quanto non si tratta di un abitato costruito durante la Bonifica, ma di un centro preesistente.
 
Borgo Bainsizza ricorda un altipiano nei pressi di Gorizia, oggi situato in Slovenia, dove nell’agosto del 1917 vennero combattute alcune delle fasi più salienti dell’Undicesima Battaglia dell’Isonzo. Il Borgo è stato costruito nel 1932 in una località detta Piano Rosso o Casolare e si tratta di un piccolo abitato a vocazione pressoché totalmente agricola. Fino agli anni '90 la toponomastica era inesistente, ed oltre alle tre vie principali (Bosco, Scopeto, Speranza), esisteva soltanto la piccola Strada della Fortuna (oggi Via Flavio Stilicone). Attualmente la toponomastica, ampliatasi insieme al Borgo, ricorda antichi condottieri romani come Marco Agrippa, Caio Mario e Quinzio Cincinnato.
 
Borgo Santa Maria è l'unico Borgo ad essersi sviluppato dopo la fine della Bonifica: è infatti nato negli anni '50, attorno alla chiesa di Santa Maria della Letizia (dalla quale deriva il nome). Precedentemente, la località si chiamava Gnif Gnaf (che si pronuncia Gniffe Gnaffe), nome curioso sia nella forma che nell'etimologia: infatti deriva dal suono onomatopeico degli stivali che camminano nel fango. Questo caratteristico toponimo, purtroppo, dovette soccombere al capriccio dei residenti che ne richiesero la sostituzione, trovandolo “ridicolo e tale da provocare sempre le risate dei forestieri”, come spiegò il consigliere democristiano Francesco Gardin. Il nuovo toponimo venne ufficializzato con la delibera di Consiglio n. 113 del 1955. Originariamente la toponomastica ricordava solo alcune denominazioni locali (Santa Maria, Macchia Grande, Canale, Canaletto). Oggi, le molte nuove aree di circolazione sono intitolate alle regioni geografiche italiane (Le Langhe, Gallura, Cinqueterre, Versilia).
 
Borgo Sabotino deve il suo nome al Monte Sabotino, che oggi si trova al confine tra Italia e Slovenia, sul quale si combatterono alcuni importanti scontri della I Guerra Mondiale. Il Borgo fu edificato in località Foce Verde nel 1929 ed assunse inizialmente il nome di Passo Genovese, derivante dal fatto che, anticamente, presso questi luoghi facevano scalo alcune navi commerciali, provenienti soprattutto dalla Repubblica di Genova. Il toponimo attuale venne attribuito all’abitato con delibera podestarile n. 7 del 1933. È noto per la vicina centrale elettronucleare, spesso al centro di polemiche. Punto rilevante del Borgo è il Procoio, antico edificio che fungeva da rimessa per le bufale, oggi convertito a museo. La toponomastica s'è sviluppata solo a partire dai tardi anni '90 e ricorda alcuni personaggî locali (Adriano Massaccesi, Vincenzo Giannelli, Don Vincenzo Onorati, Bernardo Borretti). Nel 2008 è stata, poi, intitolata Via Domenico Cortopassi, unica area di circolazione a ricordare un compositore nel raggio di chilometri. La rotonda al centro del Borgo è stata dedicata, non senza polemiche, al politico Giorgio Almirante.
 
Borgo Podgora ricorda un monte nelle vicinanze di Gorizia, oggi situato in Slovenia, dove il 19 luglio 1915 le truppe italiane furono sconfitte da quelle austroungariche. Esso nasce nel 1927 col nome di Sessano, dal nome d'un antica torre nei pressi, oggi non più esistente: il toponimo è d'origine incerta, ma secondo alcuni deriva addirittura dall'antica città di Suessa Pometia. La denominazione attuale risale, invece, al 1933, quando venne attribuita al luogo con la delibera podestarile n. 7. È uno dei Borghi più sviluppati ed estesi ed è stato uno dei più toccati dalla rivoluzione toponomastica degli anni '90. I toponimi bucolici delle origini, che miravano a ricordare oggetti e personaggî dell'agricoltura locale (Strada del Buttero, Strada del Massaro, Strada della Carbonaia, Strada del Coltivatore) sono stati sostituiti dalle più “razionali” intitolazioni a scienziati e matematici (Galileo Galilei, Albert Einstein, Antonio Meucci, Carlo Linneo). Durante la bonifica il Borgo era detto anche Piccola Parigi, per via dei numerosi punti di svago che vi si trovavano (osterie, sale da ballo, cinema….).
 
Borgo Piave si chiama così in ricordo del fiume del Veneto sulle cui sponde si sono combattute, durante la I Guerra Mondiale, tre importanti battaglie: la località ha ricevuto questo nome con delibera podestarile n. 7 del 1933. Il Borgo è nato nel 1932 in località Passo Barabini, ed è oggi quasi incorporato nella città; della quale può considerarsi, invero, una sorta di porta d'ingresso (l’enorme rotonda che vi si trova ha, nel mezzo, una collinetta su cui è scritto proprio “benvenuti a Latina”). La toponomastica, incentrata originariamente su pietre e minerali (Tufo, Argilla, Creta), verte oggi su scrittori e giornalisti (Matilde Serao, Curzio Malaparte, Ignazio Silone) o su personaggî politici (Leonida Bissolati, Guido Dorso, Giorgio La Pira).
 
Borgo Carso prende il suo nome dall’Altopiano del Carso, al confine tra Italia, Slovenia e Croazia, sul quale vennero combattute numerose battaglie durante la I Guerra Mondiale. L’abitato fu edificato nel 1932 in località La Botte, ampliando un primitivo insediamento di proprietà della famiglia Caetani, ed assunse l'attuale toponimo con la delibera podestarile n. 7 del 1933. L'originaria toponomastica ricordava soprattutto denominazioni locali (Botte, Campominore, Frangivento); oggi sono ricordate, invece, alcune personalità dell'antichità ellenica (Tucidide, Pericle, Fedro, Erodoto) o romana (Petronio Arbitro, Sallustio). La piazza principale è però dedicata al benemerito locale Giovanni Stefanato; mentre il giardino al centro del Borgo all'eroico carabiniere Salvo D'Acquisto.
 
Borgo Isonzo ricorda il fiume della Venezia Giulia lungo il quale, tra il 1915 ed il 1917, si tennero ben dodici battaglie tra l’esercito italiano e quello austriaco. Il toponimo fu attribuito ufficialmente alla località con delibera podestarile n. 7 del 1933. Il Borgo è nato nel 1932 in località Bivio Antonini, ma è oggi quasi incorporato nella periferia cittadina. Si può affermare che sia stato l'unico Borgo a trarre beneficî dalla rivoluzione toponomastica avvenuta negli anni '90: le originarie intitolazioni riguardanti la fauna ittica (Strada Vongola, Strada Triglia, Strada Trota, Strada Orata) sono infatti state rimpiazzate da toponimi volti a ricordare gli storici delle Paludi Pontine (Giuseppe Lugli, Pietro Pantanelli, Arturo Bianchini, Ferdinand Gregorovius), gli artisti che realizzarono opere riguardanti l'Agro Pontino (Rinaldo Saltarin, Giulio Aristide Sartorio) ed altri personaggî meritevoli (Carlo Alberto Blanc, Giuseppe Bastianelli, Zì Mario).
 
Borgo San Michele è stato costruito nel 1929 col nome di Capograssa, derivante da quello d'una vicina lestra. Il suo nome attuale attribuito con delibera podestarile n. 7 del 1933 – ricorda invece il Monte San Michele, una modesta altura poco distante da Gorizia, che ricoprì un ruolo strategico in varie battaglie della I Guerra Mondiale. Il Borgo è oggi un centro con una spiccata vocazione industriale. Anche la toponomastica di questo abitato è stata forse migliorata dalla famosa “rivoluzione”: se originariamente le strade del Borgo erano dedicate agli uccelli (Passero, Fagiano, Folaga, Quaglia), ora ricordano importanti scrittori italiani (Guido Gozzano, Giuseppe Gioacchino Belli, Salvatore Quasimodo, Giovannino Guareschi).
 
Borgo Faiti prende nome dal Dosso Faiti, ora in Slovenia, che il 3 novembre 1916 fu definitivamente espugnato dalle truppe italiane. L’abitato di Borgo Faiti nasce nel 1932 in una località già piena di storia: Foro Appio. Essa era infatti un'antica stazione di posta della Via Appia, ove transitò San Paolo, oggi dedicatario della piazza principale. La toponomastica era proprio incentrata su questo avvenimento e si potevano dunque trovare nomi riferiti alla storia personale del santo, come Via Tarso e Via Saulo. Oggi invece i toponimi ricordano le grandi famiglie nobili del Lazio, con una spiccata preferenza per i conti (Conti d'Anagni, Conti dei Marsi, Conti d'Aquino, Conti di Sora….). A tal proposito, i borghigiani hanno da tempo chiesto al Comune di ripristinare la vecchia toponomastica, che più rispecchiava la storia locale, nonché di aggiungere altri toponimi più in sintonia col territorio: a tutt'oggi nessun riscontro è arrivato, forse anche perché alcuni dei toponimi proposti sono già esistenti in altre zone della città, come ad esempio Pio VI ed Appio Claudio.
 
Borgo Grappa si chiama così a ricordo del Monte Grappa, in Provincia di Vicenza, che vide scontrarsi le truppe italiane e quelle austroungariche in diverse battaglie della I Guerra Mondiale. L’abitato ricevette questo nome con la delibera podestarile n. 5 del 1933. Il Borgo fu costruito nel 1928 col nome di Casal dei Pini: esso derivava da un edificio utilizzato come riparo per il bestiame, dinanzi al quale Ada Wilbraham Caetani fece piantare quattro pini, proprio per conferire alla località una denominazione più “profumata” della precedente. Infatti, prima la località si chiamava Porcareccia, per la grande presenza di maiali. Il luogo ebbe anche il nome di Archi di San Donato (dal nome d'un vicino bosco, la Selva di San Donato). La toponomastica, che in origine riguardava pesci e denominazioni locali, ricorda oggi i mari di tutto il mondo (Mar Mediterraneo, Mar Rosso, Mar Morto, Mar di Marmara), con una ragionevole eccezione: c'è infatti una strada dedicata alla prima maestra del luogo, Anna Sellan.
 
ALTRE FRAZIONI
 
Oltre ai veri e proprî Borghi, nel Comune di Latina si possono incontrare anche altri insediamenti più o meno grandi.
Il principale è senza dubbio Latina Scalo, costruito nel 1934 come Villaggio Cupido (dal nome d'un fosso che scorre tuttora in zona). Qui si trova la stazione di Latina, paradossalmente quasi al confine col Comune di Sermoneta. Questa località costituisce quasi una città a sé stante, tanto che in passato era stata ventilata l'ipotesi che venisse trasformata in comune autonomo. La toponomastica è ben varia: si passa dai toponimi generici (Viale della Stazione, Viale delle Industrie) alle denominazioni locali (Murillo, Sorgente, Cupido, Belladonna); dai filosofi greci (Socrate, Empedocle, Aristotele, Senofane) a piante e fiori (Glicini, Olmo, Rose, Salici).
 
Altro importante centro è Chiesuola di Piscinara, che prende nome dall'antica chiesetta dedicata a San Carlo, oggi scomparsa (ma sostituita da una di dimensioni simili). Questa località era destinata a diventare un Borgo, col nome di Borgo Tagliamentotoponimo attribuito con delibera podestarile n. 7 del 1933 – ma successivamente, poiché l’azienda agraria dell’O.N.C. che ne doveva curare la realizzazione era stata unita a quella di Borgo Carso, il progetto venne sospeso; tanto che anche il nome di Borgo Tagliamento fu soppresso ufficialmente con delibera podestarile n. 30 del 1933. Poi, l'inizio della II Guerra Mondiale mise la parola fine ai sogni d’espansione dell’abitato. Attualmente, è poco più che un incrocio, quindi la toponomastica è poco sviluppata e riguarda solo denominazioni locali (Chiesuola, Cava, Congiunte Destre).
 
Farneto è un discreto agglomerato agricolo e residenziale, sviluppatosi ai lati di Strada Lunga a partire dagli anni '60. Il suo nome deriva dal vicino Fosso Farneto Nascoso. Fino al 2008, la toponomastica era inesistente, e le strade erano tutte considerate come traverse di Strada Lunga o di Strada Sabotino. Oggi invece hanno nomi che ricordano denominazioni locali (Riserva Tatti, Mazzacornuta, Passo Genovese, Loricino). Vi è, poi, un solo toponimo (unico nella zona) che ricorda una scrittrice: si tratta di Via Grazia Deledda.
 
Acciarella è un piccolo centro abitato d'origine molto antica: apparteneva infatti alla famiglia Borghese e faceva parte della loro tenuta di Nettuno. Vi è un solo toponimo, Strada Acciarella, ma vi sono comunque, nel territorio circostante, diverse stradine campestri senza nome.
 
Tor Tre Ponti è anch'esso preesistente alla Bonifica e deve il suo nome alla presenza di una torre (oggi scomparsa) e di un ponte a tre arcate (l'antico Ponte Traiano, sull'Appia). La toponomastica riguarda solo denominazioni locali (Tor Tre Ponti, Carrara, Calambra).
 
Fogliano è un piccolo centro a ridosso dell'omonimo lago, il quale a sua volta prende nome da una deformazione del nomen dell'antica gens romana che aveva possedimenti nei dintorni. Non è abitato e gli edificî presenti sono soprattutto d'interesse storico. Oltre a dei ruderi ed all'orto botanico, vi sono un'estesa area verde e boschiva ed un museo naturalistico. La toponomastica non è abbondante: vi sono solo Strada Colmata la Fossella, che ricorda un canale di bonifica, e Via Ada Wilbraham Caetani, dedicata all'ideatrice dell'oasi.
 
Santa Fecitola è un piccolissimo centro situato a nord di Borgo San Michele, lungo il Canale delle Congiunte. La toponomastica riguarda solo denominazioni locali. Non vi sono punti di particolare interesse.
 
Saraceno è un piccolo abitato situato lungo Strada Torre La Felce, all'incrocio con Strada del Saraceno, sviluppatosi attorno alla chiesetta di Sant’Antonio. È destinato in futuro ad un’estesa urbanizzazione: qui infatti è progettata la costruzione di un centro commerciale e di altri edificî (la futura espansione dovrebbe chiamarsi Parco dei Pini).
 
SUDDIVISIONE (ARBITRARIA) DELLE CAMPAGNE
 
Nel redigere i testi di questo sito, non è stato possibile ricondurre con precisione tutte le aree di circolazione delle campagne latinensi ad una precisa appartenenza territoriale: non ogni strada, insomma, appartiene con certezza ad un borgo o frazione. Perciò, sono state arbitrariamente designate alcune zone, troppo lontane o comunque indipendenti dai centri abitati più vicini, con dei toponimi relativi alle strade principali che le attraversano od alla storia locale.
Con Acciarella-Valmontorio è indicata la zona compresa tra la già menzionata località di Acciarella, Borgo Santa Maria e Borgo Sabotino.
Il toponimo Argilla-Malconsiglio indica la zona compresa tra Borgo San Michele, Borgo Grappa e Borgo Isonzo.
Casal Traiano è la zona tra Borgo San Michele, la Via Appia ed i Comuni di Sabaudia e Pontinia (anche se i segnali stradali installati lungo la S.R. Pontina riportano l’errata denominazione “Castel Traiano”).
Con Cicerchia, dal nome del canale che l'attraversa, è stata indicata l'ampia zona compresa tra Strada Sabotino e Via Isonzo, in cui ricadono Strada Cerreto Alto e la zona di Prati di Coppola.
Il nome Pantano d'Inferno indica il territorio compreso tra la Via Appia, Borgo Faiti ed il Fiume Sisto.
Con Piscinara viene indicata la zona circostante Strada Epitaffio.